Progetto Volohasy-Bambù

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Progetto di riforestazione a bambù per la foresta pluviale degli alberi dragone di Maromizaha in Madagascar a tutela delle due specie di lemure endemiche dell’area.
Promosso e coordinato dall’Università di Torino Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi e sostenuto dall’Unione Italiana Giardini Zoologici e Acquari.

Il progetto VOLOHASY – BAMBÙ ha luogo nella Foresta pluviale degli alberi dragoni di Maromizaha (1880,80 ettari), un serbatoio di biodiversità come poche altre foreste nel Madagascar centro-orientale. Un primo censimento, infatti, ha permesso di identificare 433 specie vegetali appartenenti a 87 diverse famiglie, 13 specie di lemuri, almeno 77 specie di uccelli, 60 specie di anfibi e 20 specie di rettili. Il livello di endemicità della foresta raggiunge qui il 77%.

Il progetto VOLOHASY – BAMBÙ nasce con l’intento di combattere la rilevante perdita degli ecosistemi forestali, a causa di pratiche di agricoltura slash and burn (tavy) e del taglio illegale di legname per la produzione di carbone/materiale da costruzione. L’intento principale è quello di affiancare a un’ampia azione di riforestazione delle zone degradate della foresta di Maromizaha una più specializzata opera di habitat restoration focalizzata su specie vegetali appartenenti alla famiglia del bambù, risorsa fondamentale per la specie Hapalemur griseus e Prolemur simus.

I settori prioritari d’intervento riguardano quindi l’istituzione di un’area soggetta a riforestazione, la strutturazione di una filiera organizzata nella coltivazione e messa a dimora del bambù e la conservazione di specie strettamente dipendenti dal consumo di questo vegetale, nonché il monitoraggio faunistico da parte di una guida locale, precedentemente formata sulle tecniche di gestione e tutela della biodiversità del Madagascar.

VOLOHASY, grazie al supporto di UIZA e dei Giardini  Zoologici Italiani partner, si configura come un’azione di appoggio e consulenza per le comunità locali e per i diversi attori responsabili delle aree forestali della zona di Maromizaha, e mira all’installazione di un sito pilota, dove applicare i criteri di una gestione sostenibile delle risorse forestali secondo gli standard nazionali e internazionali. La partecipazione della popolazione locale è un punto di forza di questo progetto.

Tutte le azioni, infatti, si svolgeranno in compartecipazione con il personale qualificato del partner GERP (Group d’`Étude et de Recherche sur les Primates de Madagascar), che gestisce l’area protetta di Maromizaha dal 2008. Tutto il personale coinvolto nelle attività sarà selezionato tra la popolazione locale che abita i villaggi adiacenti alla foresta e si terrà conto della questione di genere, favorendo l’accesso delle donne al lavoro.

Dall’inizio del progetto al 2021 è stato possibile riforestare un’area degradata di due ettari ed è stato condotto il monitoraggio che ha accertato la colonizzazione dell’area da parte del lemure del bambù (Hapalemur griseus). Questo grande successo diventa la base da cui partire con le prossime azioni di conservazione, infatti nel biennio 2022-2023 si prevede di proseguire con la riforestazione di aree degradate adiacenti a quella rigenerata.